« La psicologia si occupa dei "giochi" della mente: studia le partite che le persone giocano fra loro
e le neuroscienze studiano i mezzi con cui giocare: un bastone può servire al battitore per colpire la palla che il lanciatore gli lancia in una partita di baseball, ma lo stesso bastone può servire a qualcun altro per rompere la faccia di un amico. »
Luciano Mecacci

lunedì 31 agosto 2009

Massime di Grice sulla Comunicazione


Queste quattro massime di Grice dovrebbero guidare la condotta dei comunicanti:

1. massima di Quantità:
a) dai un contributo che soddisfi la richiesta di informazioni in modo adeguato alla conversazione
b) non fornire un contributo più informativo del necessario

2. massima di Qualità:
a) non dire cose che credi false
b) non dire cose per le quali non hai prove adeguate

3. massima di Relazione:
i tuoi contributi devono essere pertinenti

4. massima di Modo:
a) evita espressioni oscure
b) evita le ambiguità
c) sii breve
d) procedi in maniera ordinata

lunedì 24 agosto 2009

L’ipnosi e la meditazione

L'Ipnosi
L’ipnosi va considerata come un procedimento attraverso il quale un operatore nella funzione di ipnotizzatore suggerisce che il cliente esperisca dei cambiamenti nelle proprie sensazioni, percezioni, pensieri o comportamenti.

Di norma, nell’ipnosi un soggetto collaborante abbandona un certo grado del controllo sulla propria mente e comportamento all’ipnotizzatore e accetta le sue indicazioni che possono condurre a distorsioni della realtà. Oggi, le tecniche ipnotiche utilizzate sono basate sul linguaggio. Spesso soggetto e ipnotizzatore sono seduti uno di fronte all’altro e l’induzione ipnotica consiste nel raccontare una “storia” in cui si inseriscono frasi e strutture linguistiche ricorrenti che conducono a un profondo rilassamento che portano lo spostamento dell’attenzione su un determinato pensiero, oggetto o parte del corpo. Una volta raggiunta la condizione di ipnosi, l’ipnotizzatore può inviare le suggestioni per ottenere specifiche e anomale risposte da parte del soggetto ipnotizzato. I fenomeni ricorrenti sono:
  1. allucinazioni positive e negative (percepisce qualcosa che c’è o che non c’è)
  2. reazioni ideomotorie (risponde con comportamenti automatici alle parole dell’ipnotizzatore)
  3. regressione di età (regredisce a età precedenti)
  4. inibizione del dolore (non percepisce un dolore che in genere avverte)
La fase terminale consiste nella preparazione e nell’uscita effettiva dall’ipnosi con suggestioni di risveglio e di riorientamento alla realtà. In generale, gli eventi che avvengono durante il periodo ipnotico, sono dimenticati sulla base di una suggestione da parte dell’ipnotizzatore (amnesia postipnotica).

Non tutti i soggetti sono ipnotizzabili. Facendo ricorso alla scala di suscettibilità ipnotica di Stanford che prevede 12 suggestioni, si è osservato che una percentuale della popolazione compresa tra il 5 e il 10% non può essere ipnotizzata. Per contro, circa il 15% è altamente ipnotizzabile.

Uno degli aspetti più rilevanti dell’ipnosi è la possibilità di esercitare un controllo diretto sul dolore. Di solito, si fa ricorso a tecniche di autoipnosi, attraverso le quali il soggetto si convince che la parte dolorante non sia collegata al corpo, oppure che gli stimoli dolorosi sono trasformati.

La meditazione
La meditazione costituisce uno stato modificato di coscienza attraverso l’esecuzione ripetitiva e sequenziale di alcuni esercizi mentali, di solito realizzati in un ambiente tranquillo. È un metodo di rilassamento durante il quale il soggetto, dirigendo l’attenzione in maniera fissa e invariabile su un unico stimolo, ottiene un elevato controllo nella regolazione della respirazione. La meditazione crea un senso piacevole di benessere fisico e di armonia fra sé e il mondo circostante. Le forme tradizionali della meditazione seguono la pratica dello yoga o dello zen.

La meditazione trascendentale consiste nel focalizzare l’attenzione sulla ripetizione mentale di un suono speciale o sulla respirazione attraverso il naso. L’impegno è di distogliere totalmente l’attenzione dai normali stimoli esterni. Per esempio, sdraiati supini per terra, con gli occhi chiuso e respirando lentamente con il naso, ci si concentra soltanto sulla parola luna dopo ogni inspirazione per circa 20 minuti. Dopo alcune volte la meditazione diventa progressivamente più facile. La meditazione trascendentale è una tecnica efficace per indurre uno stato profondo di rilassamento, per ridurre l’eccitazione fisiologica, nonché per diminuire le condizioni di stress. Essa produce un significativo abbassamento del ritmo respiratorio, una diminuzione del consumo di ossigeno e una minore eliminazione dell’anidride carbonica. A livello psicologico, si è dimostrata efficace per combattere la tensione e lo stress negativo e per superare gli stadi di ansia cronica, oltre che per aumentare la capacità di memoria, incrementare l’efficienza mentale, innalzare il livello delle prestazioni intellettive e migliorare il livello di autostima.

venerdì 21 agosto 2009

I ritmi circadiani


Le variazioni e le differenze individuali nell’alternanza fra sonno e veglia ha attirato l’attenzione degli studiosi sulla presenza e sull’azione dei ritmi biologici nella vita di un individuo. Si tratta dei cosiddetti "ritmi circadiani", che riguardano sostanzialmente tutti gli altri aspetti fisiologici e psicologici. L’insieme di questi fenomeni è diventato oggetto della cronobiologia. I ritmi circadiani riguardano i cicli psicobiologici la cui periodicità è di circa 24 ore. Vi sono i cicli infradiani (con un ciclo superiore alle 28 ore) e quelli ultradiani (inferiore a 20 ore). I ritmi circadiani mantengono la loro periodicità grazie alla presenza di fattori ambientali, il più importante dei quali è il ciclo di luce e buio. Questi agenti sincronizzatori ambientali danno una configurazione temporale ai ritmi circadiani.

Se mettiamo un soggetto in un ambiente privo di qualunque riferimento ambientale, in una condizione detta "free-running", sia gli uomini, sia gli altri animali continuano a mantenere i loro ritmi circadiani, tuttavia, diventano normalmente più lunghi e hanno una durata di circa 25 ore. Di conseguenza, ogni giorno essi si addormentano in maniera sistematica con un’ora circa di ritardo rispetto al giorno precedente, come se fosse regolato da un orologio biologico interno. Oltre alla lentezza, i marcatempo interni di tipo biologico sono caratterizzati da in accuratezza. Di norma, il ciclo sonno-veglia è associato a quello della temperatura corporea. Tuttavia, se la condizione di free-running prosegue per oltre due settimane il ciclo della temperatura rimane costante, mentre il ciclo sonno-veglia subisce notevoli variazioni e oscillazioni, con episodi di sonno di durata variabile, separati da veglie della durata anche di 50 ore. Il fatto che il ciclo circadiano sonno-veglia persista anche in assenza di segnali ambientali, indica la presenza di un sistema neurofisiologico, chiamato orologio circadiano.

I ritmi circadiani presentano altresì rilevanti variazioni connesse con i fattori ambientali e socioculturali. In questo ambito si è soliti distinguere le culture veloci da quelle lente. Le culture veloci sono caratterizzate da un alto grado di industrializzazione , dal benessere economico, da condizioni climatiche fredde, dall’orientamento all’individualismo e al successo, nonché da un’elevata densità della popolazione. Esse hanno una prospettiva orientata al futuro. In esse domina la concezione che equipara il tempo al denaro, spingendo l’accelerazione dei ritmi di vita. Le culture lente sono caratterizzate da un modesto grado di industrializzazione, da povertà, da condizioni climatiche calde, dall’orientamento alla collettività e all’armonia, nonché da una limitata densità della popolazione. Esse hanno una prospettiva temporale orientata al presente. Ogni soggetto è portatore, spesso inconsapevolmente, di uno specifico ritmo personale. Ma anche all’interno della stessa cultura individui diversi spesso hanno ritmi circadiani differenti.

lunedì 17 agosto 2009

Contenuto manifesto del sogno e pensieri onirici latenti

L’elemento onirico è qualcosa di inautentico, un sostituto di qualcos’altro che al sognatore è sconosciuto. La psicoanalisi consiste nel far emergere questi elementi attraverso le associazioni libere.

Bisogna però seguire tre regole fondamentali:
  1. Non preoccuparsi di quello che il sogno sembra dire.
  2. Si lavori per trovare le rappresentazioni sostitutive, senza preoccuparsi che portano lontano dal significato manifesto.
  3. Non ci si aspetti che il significato latente si presenti da sé.
Il lavoro interpretativo riesce meglio sui sogni propri perché più convincente, anche se bisogna proteggersi dalle obiezioni critiche e dalla resistenza, che non fanno allontanare dal significato manifesto. Il contenuto onirico manifesto è ciò che il sogno racconta, invece i pensieri onirici latenti sono quelli che il sogno nasconde, cui dobbiamo giungere seguendo le idee che vengono in mente al sognatore.

Ora un esempio, tratto da Introduzione alla Psicoanalisi - Sigmund Freud (1915-1932).
Una giovane signora che, pur essendo ancora giovane, era sposata da molti anni, sentì che una sua conoscente, la signorina Elisa L., che era quasi sua coetanea, si era fidanzata. Questo fu lo spunto per il seguente sogno.

Era a teatro con il marito. Una parte della platea era completamente vuota. Il marito le disse che anche Elisa L. e il suo fidanzato avrebbero voluto andarci, ma erano riusciti a trovare solo dei posti non buoni, tre per 1 fiorino e 50 centesimi, e naturalmente non potevano prendere quelli. Ella pensò che non sarebbe stata certo una disgrazia, se li avessero presi".

Quello che ci interessa sapere è la fonte delle cifre nei pensieri del sogno e la trasformazione che subirono. Quale era l'origine di 1 fiorino e 50 centesimi? Proveniva da un fatto effettivamente indifferente avvenuto il giorno precedente. La cognata aveva ricevuto in dono dal marito 150 fiorini e si era affrettata a liberarsene, comprandosi un gioiello. Bisogna tener presente che 150 fiorini sono cento volte 1 fiorino e 50 centesimi. L'unico nesso con il "tre", che era il numero dei biglietti del teato, era che l'amica appena fidanzata era di tre mesi più giovane di lei. La situazione del sogno era la ripetizione di un piccolo incidente, a causa del quale spesso il marito l'aveva presa in giro. Una volta si era notevolmente affrettata a comperare i biglietti per uno spettacolo in anticipo, poi, quando era andata a teatro, aveva trovato una parte della platea quasi completamente vuota. Non c'era nessun bisogno che lei si affrettasse tanto. Infine non bisogna trascurare l'assurdità del sogno, cioè il fatto che due persone prendono tre biglietti. Ed ora i pensieri latenti: "È stato assurdo sposarsi così presto. Non c'era nessuna necessità che mi affrettassi tanto. Vedo dall'esempio di Elisa L. che comunque avrei trovato un marito. Anzi avrei trovato un marito cento volte migliore (un gioiello) se solo avessi aspettato. Il mio denaro (o la dote) avrebbe potuto comprare tre mariti altrettanto facilmente".

martedì 11 agosto 2009

Il concetto di infelicità


Gli infelici sono quelle persone che utilizzano la loro sofferenza per controllare le situazioni e ricattare gli altri utilizzando ciò che Berne chiama "gioco psicologico", ossia la modalità indiretta utilizzata per ottenere la soddisfazione di un bisogno senza l’assunzione di una responsabilità piena e chiara. Essi esprimono un sentimento di attesa e di passività. Questo tipo di persone semplicemente non agisce, non diventa protagonista della sua vicenda esistenziale. Solitamente rivestono il ruolo di vittime, persecutori e salvatori. L’infelicità è data dai seguenti presupposti: passività, grandiosità, pessimismo, narcisismo e produzione degli ideali.

Persecuzione, Vittimismo e Salvezza

• Persecutore: è caratterizzato dalla mancanza di riferimenti interni ed è guidato dal desiderio di vendetta. Non avverte la paura perché la evita trasformandola in odio verso l’oggetto apportatore di frustrazione. Una sua peculiarità è la rigidità (sia come strategia per fronteggiare il panico, sia per evitare il caos). Si difende dalla minaccia di destrutturazione, pensando «io sono superiore, tu sei inferiore, devi sottometterti».

• Vittima: è una persona che nasconde la propria rabbia ed esprime il proprio bisogno di amore, di completa dipendenza, il proprio dolore e la propria fragilità umana. La vittima è vittima del suo passato, dal quale non riesce a staccarsi, evitando così di procedere e lamentandosi costantemente del suo dolore e della sua sofferenza, ritenendosi colpevole di un qualsiasi danno; essa si aggrappa ad un persecutore interno, dal quale cerca sostegno e rassicurazione mantenendo uno stato di passività. E’ incapace di accedere al dolore, rende statica la vita di relazione e cerca di trattenere il presente, non ha niente da perdere perché ha già perso tutto. Si difende dalla minaccia di diventare consapevole e ragiona secondo la logica «Io sono impotente, tu sei potente, hai il dovere di occuparti di me».

Salvatore: cerca di apparire come una persona pia, sempre disposta al bene altrui; in realtà questa presunta solidarietà ha lo scopo di far tacere la falsa coscienza, evitare i sensi di colpa e guadagnare l’attenzione affettiva degli altri per dare un’immagine bonaria di sé. Egli si difende dalla minaccia di accorgersi delle proprie esigenze individuali sostenendo l’idea «Io sono più adeguato di te a vivere, tu essendo incapace devi accettare il mio sostegno ed aiuto». Il salvatore nella misura in cui deve fare il bene ad ogni costo limitando la libertà di scelta è un persecutore; nella misura in cui non si prende cura dei suoi bisogni affettivi è una vittima.

Il ruolo di vittima, persecutore e salvatore possono alternarsi con rapidità; essi costituiscono la grande massa di infelici e insoddisfatti che cercano di evitare un contatto con il reale, vivendo in uno stato di bassa vitalità, senza mete, preoccupato solo di salvare la propria immagine.

domenica 9 agosto 2009

Il decalogo Gestaltico


Concetto di "sanità" e "malattia"
Nella visione umanistico-esistenziale vengono ridefiniti i concetti di sanità e malattia: il primo indica il processo di espansione ed evoluzione del sé; il secondo invece, indica un’interruzione o regressione del processo di espansione del sé. Ai concetti di "sanità" e "malattia" sono strettamente collegati quelli di "virtù" e "peccato": il primo inteso come disposizione volta al bene che porta benessere ed equilibrio psico-fisico; il secondo è, al contrario, inteso come impedimento alla disposizione al bene, un dirigersi verso il malessere e lo squilibrio.

Il decalogo gestaltico
Il decalogo della Gestalt può essere considerato un sentiero da percorrere lungo tutto l’arco di una psicoterapia, esso corrisponde a delle precise norme di condotta che ci indicano "come è necessario che si viva" se si vuole trasformare l’esistenza in qualcosa di significativo. Il contrario di quanto espresso nel decalogo può considerarsi malattia.

1) Vivi adesso
2) Vivi qui
3) Prendi responsabilità dei tuoi pensieri, sentimenti e azioni
4) Smetti di immaginare: sperimenta
5) Smetti con il pensiero superfluo
6) Arrenditi allo sgradevole
7) Esprimi
8) Arrenditi ad essere quello che sei
9) Accetta nessun "devi" o "non devi", altro che il tuo
10) Metti attenzione su quello che c'è

La psicologia della Gestalt chiarisce che l’unica possibilità di studiare e conoscere un uomo è considerarlo come un tutto, tenendo conto della legge secondo cui "una forma è qualcosa in più rispetto alle parti che la compongono".