« La psicologia si occupa dei "giochi" della mente: studia le partite che le persone giocano fra loro
e le neuroscienze studiano i mezzi con cui giocare: un bastone può servire al battitore per colpire la palla che il lanciatore gli lancia in una partita di baseball, ma lo stesso bastone può servire a qualcun altro per rompere la faccia di un amico. »
Luciano Mecacci

venerdì 27 novembre 2009

La depressione post-partum

“La depressione post partum non viene riconosciuta ed è troppo spesso negata sia dalle neo mamme sia dalla famiglia che invece deve assolutamente vigilare su ogni donna dopo il parto e non banalizzare mai anche quello che può apparire come un periodo di tristezza. Dietro può esserci qualcosa di più profondo che prima o poi esploderà - lo afferma Paola Vinciguerra, psicologa, psicoterapeuta, presidente dell’Eurodap, Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico commentando il caso della donna di Padova, mamma per la seconda volta da appena tre mesi, che ieri ha ucciso il primo figlio di tre anni a coltellate e che sembra avesse avuto nell’ultimo periodo comportamenti sospetti legati probabilmente ad una depressione post partum.

In Italia ogni anno 100 mila donne sono colpire dalla depressione post-partum.

“Oltre il 70% delle madri, nei giorni immediatamente successivi al parto, manifesta sintomi leggeri di depressione in una forma definita baby blues, con riferimento allo stato di malinconia (blues) che caratterizza il fenomeno - spiega la Vinciguerra - ben più gravi e duraturi sono i sintomi della depressione post-partum che possono perdurare anche molti mesi. I sintomi sono e possono includere un forte abbassamento dell'umore con una tristezza intensa e costante, disperazione, sconforto, angoscia, sensazione di stanchezza estrema, perdita di interesse per il bambino appena nato, o preoccupazioni ingiustificate per il benessere del neonato, difficoltà di concentrazione, difficoltà a decidere, facile irritabilità con aggressività ed atteggiamenti ostili, confusione, crisi di pianto molto frequenti, incapacità a far fronte alle necessità elementari, senso di colpa, di inadeguatezza, disinteresse per la famiglia, per il marito o compagno, perdita della libido, pensieri negativi. Questi sintomi sono spesso accompagnati da cefalee persistenti, palpitazioni, insonnia, incubi notturni e attacchi di panico”.

Secondo la psicoterapeuta “nei casi più gravi di depressione post- partum la donna può subire uno scivolamento psicotico e la depressione si trasforma in psicosi post-partum. Questa è la forma più grave di depressione e richiede misure mediche tempestive. I sintomi comprendono stati di agitazione, confusione, pessimismo, disagio sociale, insonnia, paranoia, allucinazioni, tendenze suicide o omicide nei confronti del bambino”.

Diversi possono essere i fattori che contribuiscono all’insorgere di questo disturbo: problemi ormonali, età della mamma e variabili psico-sociali. E’ più a rischio una donna giovane, single, con gravidanza non desiderata o inaspettata, con problemi di relazione coniugale, con inadeguato supporto sociale, con eventi di vita stressanti e con precedenti aborti. Ovviamente una donna che ha già sofferto di depressione è molto a rischio.

Le cure possono consistere nella psicoterapia e nella partecipazione a terapie di gruppo con donne che manifestano la stessa sintomatologia e nell'assunzione di ansiolitici e antidepressivi sotto controllo medico e sospendendo l'eventuale allattamento. E’ comunque consigliabile per tutte le neo mamme frequentare dei corsi post-partum . L'EURODAP è la prima associazione italiana che ne organizza. I corsi sono utili per affrontare la riorganizzazione, al di là dello stato emotivo più o meno depresso – triste, della struttura familiare che si è venuta a modificare sia nell'ambito della coppia sia in quello delle parentele correlate”.

venerdì 13 novembre 2009

La prima impressione è quella che conta!

Si vuole sembrare coscienziosi e affidabili? È necessario mostrarsi puliti e in buona salute.
Se si vuole apparire aperti alle sfide, è meglio non lavarsi troppo.
E per sembrare estroversi bisogna parlare e muoversi energicamente, senza sembrare mai tesi.

È quanto emerge da uno studio statunitense condotto da Laura Naumann della Sonoma State University (California) e Sam Gosling della University of Texas di Austin (Texas) e pubblicato su Personality and Social Psychology Bulletin, secondo cui la prima impressione e' fondamentale quando si tratta di comunicare la propria personalità.

La prima impressione, quindi, è quella che conta. Dalla ricerca è emerso che solo analizzando l'aspetto esteriore di 123 soggetti ritratti nelle foto gli osservatori sottoposti all'esperimento sono stati in grado di indovinare tipologia e intensita' di 9 dei 10 tratti caratteriali sottoposti allo studio tra estroversione, gradevolezza, coscienziosità, stabilità emotiva, apertura agli altri, piacevolezza, autostima, introversione, religiosità e orientamento politico. ''Con questa consapevolezza - conclude Naumann - si può scegliere di modificare il proprio aspetto in modo specifico, a seconda delle caratteristiche che si vogliono mettere in evidenza. O che ci vogliamo attribuire''.

martedì 10 novembre 2009

Il tempo non esiste, c'è un unico presente perpetuo.

Claude Chabrol è stato uno dei registi simbolo di quel nuovo modo di fare cinema che trova espressione nella nota etichetta della Nouvelle Vague, e che ha visto riuniti, oltre allo stesso Chabrol, registi quali Truffaut, Godard, Rohmer e Rivette, tutti accomunati dall’aver cominciato a occuparsi di cinema scrivendo articoli e saggi sulla rivista Cahiers du Cinèma. Questi giovani andavano prefigurando un tipo di cinema personale, nel quale la cinepresa potesse essere utilizzata con la stessa semplicità e libertà con la quale il romanziere e saggista usano la penna. Lo slogan del gruppo di critici e registi diventa allora quello della “politica degli autori”:

  1. Esiste un solo autore di film, il regista. Viene negata ogni paternità creativa allo sceneggiatore.
  2. Certi registi sono autori, altri non saranno mai considerati tali anche se realizzano un buon film.
  3. Non esistono opere, ma solo autori. Solo la regia, definita come sguardo dell’autore, viene tenuta in conto.
Il regista sembra condurci verso una questione che ritorna: la colpa può trasmettersi di generazione in generazione? Quali effetti può produrre una colpa non espiata per il colpevole, ma anche per i suoi discendenti? Chi è colpevole? Colui che commette il crimine o colui che se ne accusa? E colpevole di cosa?

L’altro grande tema che emerge sin di primi film è il rapporto col tempo. Nel cinema di Chabrol, presente e futuro sono condizionati dall’incancellabilità del passato, non c’è possibilità per i soggetti di trovare un proprio posto ed una propria identità singolare, ma solo ingranaggio, indifferenziazione tra le generazioni.

Non si può non citare, inoltre, l’elemento del crimine, ogni volta si concretizza sullo schermo in forma necessaria. Chabrol scopre che, osservato dall'altra parte dello specchio, il mondo umano gli si rivela in tutta la sua drammatica ambiguità.

La famiglia rappresentata da Chabrol è senza alcun dubbio la famiglia borghese, quella borghesia di provincia della quale il cineasta propone una sorta di satira attraverso uno sguardo caustico ai suoi problemi sentimentali, finanziari e metafisici. E le atmosfere un po’ claustrofobiche della provincia diventano l’ideale scenario naturale delle sue riprese, che gli impongono spesso accorgimenti tecnici in grado di rendere conto dell’atmosfera che intende creare. È Chabrol stesso ad ammettere di preferire gli scenari naturali. Esempio: "Il fiore del male" prevede una scena in cui due donne trascinano un corpo verso una scala. «Quando mi raffiguravo mentalmente la scena, il movimento andava da sinistra a destra, nel senso della lettura. Ho trovato uno scenario naturale fantastico solo che, su uno sfondo di questo tipo, le sue due donne non potevano avanzare nel senso della lettura, ma in senso inverso. Il senso della lettura è il senso naturale della visione.»

«.. il tempo non esiste,

c'è un unico presente perpetuo ..»