« La psicologia si occupa dei "giochi" della mente: studia le partite che le persone giocano fra loro
e le neuroscienze studiano i mezzi con cui giocare: un bastone può servire al battitore per colpire la palla che il lanciatore gli lancia in una partita di baseball, ma lo stesso bastone può servire a qualcun altro per rompere la faccia di un amico. »
Luciano Mecacci

mercoledì 15 settembre 2010

La solitudine fa male quanto un pacchetto di sigarette


Gli amici allungano la vita:

stabilire una rete di rapporti sociali

aumenta del 50% le probabilità di sopravvivenza


MILANO - È dannosa come l’alcol e il fumo ed è due volte più pericolosa dell’obesità: la mancanza di relazioni sociali fa male alla salute e accorcia la vita. Molti, in passato, hanno studiato gli effetti della solitudine sulla psiche; ora un gruppo di ricercatori della Brigham Young University a Provo, Utah, ha valutato anche quanto l’assenza di rapporti con gli altri può condizionare la salute fisica. Ed è arrivato alla conclusione che le relazioni sociali, non importa se con amici, familiari, vicini di casa o colleghi di lavoro, aumentano le probabilità di sopravvivenza del 50 per cento. «L’idea che la perdita di relazioni sociali sia un fattore di rischio di mortalità - commenta Julianne Holt-Lunstad, che ha coordinato la ricerca appena pubblicata su PLoS Medicine - non è ben riconosciuta dal pubblico e neppure dagli operatori sanitari».


STUDI NEL TEMPO - I ricercatori americani hanno analizzato 148 studi dai quali potevano ricavare dati di mortalità su un certo numero di persone, seguite nel tempo (in media sette anni e mezzo), e informazioni sui loro rapporti sociali. Così hanno anche potuto confrontare l’impatto dell’isolamento sociale sulla mortalità rispetto ad altri fattori di rischio ben più conosciuti. E hanno scoperto che quest’ultimo non solo è due volte più pericoloso dell’obesità, ma equivale a fumare 15 sigarette al giorno o ad abusare dell’alcol ed è più dannosa della mancanza di esercizio fisico. Ci sono molti modi attraverso i quali amici o familiari possono influenzare positivamente la salute: dall’effetto tranquillizzante di un contatto fisico vero e proprio fino alla scoperta di qualche nuovo significato da dare alla propria esistenza.


TROPPI STRESS - «Quando una persona intrattiene relazioni con gli altri - aggiunge Holt-Lunstad - si sente in qualche modo responsabile per loro ed è stimolata a prendersi cura di sé e a evitare situazioni di rischio per la propria salute». L’effetto protettivo delle relazioni non vale soltanto per gli adulti o gli anziani, ma in qualsiasi periodo della vita. Vale la pena di riflettere su questa ricerca, anche se non fa altro che confermare cose di buon senso, soprattutto in un’epoca, come la nostra, in cui la tecnologia, la pressione lavorativa e gli stress quotidiani non lasciano più tempo per stare con amici e parenti.


Adriana Bazzi

[fonte: corriere.it]

2 commenti:

igea ha detto...

Mah ,queste affermazioni mi sembrano un po' "di parte" nel senso che si vuole,a tutti i costi,promuovere la solita immagine dell'uomo,quale animale sociale.Tanto per dirne una:ci si dovrebbe prendere cura di se stess,indipendentemente dal fatto che si sia "utili" o meno agli altri.
Non ne parliamo poi del "significato dell'esistenza" abusatissima formula di cui vorrei mi si spiegasse,appunto "il significato"????
Vivere
Snetirsi vivere
Amare di sentirsi vivere gli altri :un optional a cui si deve massimo rispetto ed educazione (aspetti questi,che,invece,non vengono mai troppo invocati..e questo,la dice lunga sulle intenzioni che ci sono dietro queste presunte ricerche:renderci(ancor di più) un ben omologato gregge di pecore.

Unknown ha detto...

Vivere in società, avere una vita sociale, avere rapporti interpersonali, etc.
non significa omologarsi agli altri ed essere un unico gregge di pecore.

Non è una questione di "promuovere l'immagine dell'uomo quale animale sociale", ma semplicemente di dire le cose come stanno, anche se ammetto io stesso che lo star soli, a volte, può essere piacevole.

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