Le variazioni e le differenze individuali nell’alternanza fra sonno e veglia ha attirato l’attenzione degli studiosi sulla presenza e sull’azione dei ritmi biologici nella vita di un individuo. Si tratta dei cosiddetti "ritmi circadiani", che riguardano sostanzialmente tutti gli altri aspetti fisiologici e psicologici. L’insieme di questi fenomeni è diventato oggetto della cronobiologia. I ritmi circadiani riguardano i cicli psicobiologici la cui periodicità è di circa 24 ore. Vi sono i cicli infradiani (con un ciclo superiore alle 28 ore) e quelli ultradiani (inferiore a 20 ore). I ritmi circadiani mantengono la loro periodicità grazie alla presenza di fattori ambientali, il più importante dei quali è il ciclo di luce e buio. Questi agenti sincronizzatori ambientali danno una configurazione temporale ai ritmi circadiani.
Se mettiamo un soggetto in un ambiente privo di qualunque riferimento ambientale, in una condizione detta "free-running", sia gli uomini, sia gli altri animali continuano a mantenere i loro ritmi circadiani, tuttavia, diventano normalmente più lunghi e hanno una durata di circa 25 ore. Di conseguenza, ogni giorno essi si addormentano in maniera sistematica con un’ora circa di ritardo rispetto al giorno precedente, come se fosse regolato da un orologio biologico interno. Oltre alla lentezza, i marcatempo interni di tipo biologico sono caratterizzati da in accuratezza. Di norma, il ciclo sonno-veglia è associato a quello della temperatura corporea. Tuttavia, se la condizione di free-running prosegue per oltre due settimane il ciclo della temperatura rimane costante, mentre il ciclo sonno-veglia subisce notevoli variazioni e oscillazioni, con episodi di sonno di durata variabile, separati da veglie della durata anche di 50 ore. Il fatto che il ciclo circadiano sonno-veglia persista anche in assenza di segnali ambientali, indica la presenza di un sistema neurofisiologico, chiamato orologio circadiano.
I ritmi circadiani presentano altresì rilevanti variazioni connesse con i fattori ambientali e socioculturali. In questo ambito si è soliti distinguere le culture veloci da quelle lente. Le culture veloci sono caratterizzate da un alto grado di industrializzazione , dal benessere economico, da condizioni climatiche fredde, dall’orientamento all’individualismo e al successo, nonché da un’elevata densità della popolazione. Esse hanno una prospettiva orientata al futuro. In esse domina la concezione che equipara il tempo al denaro, spingendo l’accelerazione dei ritmi di vita. Le culture lente sono caratterizzate da un modesto grado di industrializzazione, da povertà, da condizioni climatiche calde, dall’orientamento alla collettività e all’armonia, nonché da una limitata densità della popolazione. Esse hanno una prospettiva temporale orientata al presente. Ogni soggetto è portatore, spesso inconsapevolmente, di uno specifico ritmo personale. Ma anche all’interno della stessa cultura individui diversi spesso hanno ritmi circadiani differenti.
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